Con l´ordinanza 3.2.2014 n. 2357 la Suprema Corte di Cassazione ha imposto rigidi parametri entro i quali l´Agenzia del Territorio può modificare gli estimi catastali degli immobili, e precisamente ha sancito che: "Quando procede all´attribuzione d´ufficio di un nuovo classamento ad un´unità immobiliare a destinazione ordinaria, l´Agenzia del Territorio deve specificare se tale mutato classamento è dovuto a trasformazioni specifiche subite dalla unità immobiliare in questione; oppure ad una risistemazione dei parametri relativi alla microzona, in cui si colloca l´unità immobiliare.
Nel primo caso, l´Agenzia deve indicare le trasformazioni edilizie intervenute. Nel secondo caso, deve indicare l´atto con cui si è provveduto alla revisione dei parametri relativi alla microzona, a seguito di significativi e concreti miglioramenti del contesto urbano; rendendo così possibile la conoscenza dei presupposti del riclassamento da parte del contribuente".
I cambi di categoria e di classe catastale, pertanto, devono essere effettuati in aderenza a parametri ben definiti e specificati, il tutto al fine di ovviare inique discriminazioni fra immobili siti nella stessa microzona ed al contempo al fine di rendere edotto il contribuente circa le ragioni del mutamento.